Caratteristica inconfondibile di questo popolarissimo carassio sono le escrescenze papillari, dovute a ipertrofia delle cellule epiteliari, ben visibili sul capo dell'animale a partire generalmente dal secondo anno di età. Questo porta a possibili infezioni batteriche del “cappuccio”, che unite al rischio di problemi alla vescica natatoria, cui possono purtoppo essere soggette tutte le varietà dal corpo fortemente sviluppato in profondità, rende l'allevamento di questo pesce di difficoltà media. Ovviamente se ben tenuto (seguendo tutte le regole del caso di cui ho già parlato a proposito degli altri eteromorfi) l'oranda può vivere e riprodursi senza problemi. Due sono le ipotesi sulla nascita di questa varietà di carassio molto apprezzata anche da noi. Da alcune fonti la sua origine sarebbe dovuta all'incrocio tra le varietà coda a velo (fantail) e testa di leone, dalla quale deriverebbero le escrescenze sul capo, mentre secondo altre queste sarebbero derivate da una mutazione spontanea sugli stessi coda a velo. Le varietà principali sono in realtà due: nella prima, la più antica (fissata in Cina già nel lontano 1590) propriamente detta oranda, le escrescenze sono presenti unicamente sulla parte superiore del capo, nella seconda, detta tigerhead (fissata nel 1893), che presenta caratteristiche simili al ranchu e al testa di leone vero e proprio (varietà queste ultime a volte confuse ma in realtà distinte), esse si estendono su quasi tutta la testa dell'animale (vedi standard).
Gli oranda sono particolarmente apprezzati nel nord della Cina, inizialmente perchè il “cappuccio” fu visto come simbolo della corona imperiale (in maniera simile le koi tancho koaku ricordano in Giappone la bandiera nazionale), per diventare poi un vero e proprio “amuleto” portafortuna. Curiosamente, a dispetto delle origini cinesi, in Giapponese oranda significa “Olanda” e questi pesci vi sono noti anche con il nome di testa di leone olandesi, probabilmente perchè importati nelle isole dagli stessi commercianti olandesi.
Nella prima foto sopra è possibile vedere un rarissimo oranda interamente blu, nella seconda un altrettanto particolare tigerhead. Tra le numerose combinazioni di colore possibili merita sicuramente attenzione l'oranda “Cappuccetto Rosso”, con corpo interamente bianco dai riflessi metallici e “cappuccio” rosso (foto sotto).
Tra le altre colorazioni è abbastanza diffusa almeno in Oriente quella shubunkin o calico (prima foto sotto), chiamata in Giappone azumanishiki, meno comuni quelle nera e bianca e rossa e nera, come pure quella bianca con maccchie rosse estese al corpo anziché essere limitate alla sola testa (seconda foto sotto).
Questo lo standard:
- la profondità del corpo deve essere superiore ai 2\3 della sua lunghezza;
- il cappuccio deve presentarsi ben sviluppato, nel tigherhead nelle tre aree craniale, infraorbitale e branchiale, nel Cappuccetto Rosso nella sola area superiore del cranio;
- la pinna dorsale deve essere singola, la caudale doppia, le rimanenti simmetriche;
- la lunghezza della caudale deve raggiungere i 3\4 della lunghezza del corpo;
- la lunghezza minima del corpo (adulto) deve essere di 5,5 cm;
- vengono penalizzati gli esemplari dalla coda forcuta (vedi anche profilo ideale);
- tutte le varie colorazioni, da quell monocromatiche metallizzate alle altre viste sopra dovrebbero essere estese anche alle pinne.
Questo il profilo ideale:
Per finire altre due foto:
Edited by Uruloki - 13/5/2007, 22:24
