Laghetti e carpe koi

COME SI SEMINA L'IRIS

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dado_84
view post Posted on 21/8/2009, 20:33




I semi prima di vener seminati, vanno stratificati per un periodo di 3-6 settimane in frigo a 4-5 gradi dopo di che, si seminano come qualunque altra pianta. Da sottolineare che la germinazione è discontinua in altre parole, avviene in più fasi e a volte i semi ci mettono anche qualche hanno a germogliare. Quando le piantine anno raggiunto un’altezza di 10 cm, vanno ripichettate facendo molta attenzione a non piantarle troppo profonde. Il livello del suolo deve essere al livello del colletto. L' iris pseudacorus cresce abbastanza in fretta, ma i primi fiori appaiono appena dopo 2-3 anni dalla semina.

Edited by dado_84 - 22/8/2009, 13:13
 
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robypellegrini
view post Posted on 22/8/2009, 10:08




Per la semina degli Iris palustri ha già detto molto Dado.

Se il fiore è stato fecondato, dopo aver perso i petali, il frutto comincia ad ingrossarsi; inizialmente è di colore verde, diventando bruno a maturazione.
Una volta maturo, il frutto (che botanicamente è una capsula) si piega verso il basso e si fessura, lasciando cadere i semi.

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Frutti maturi di Iris pseudacorus in natura



I semi inizialmente galleggiano e in questo modo possono disperdersi facilmente facendosi trasportare dall'acqua.

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Capsula aperta e semi di Iris pseudacorus



Possono essere seminati normalmente in un vaso o in una cassetta, utilizzando il substrato classico per le acquatiche, magari aggiunto di una percentuale maggiore di terriccio universale. Il vaso di semina non deve essere sommerso, ma va tenuto umido o con l'acqua nel sottovaso. La profondità di semina deve essere pari alle dimenzioni del seme stesso.
Se i semi sono raccolti e seminati a fine estate, basterà lasciare il vaso fuori all'esterno durante l'inverno; in caso contrario sarà necessaria la stratificazione.
Queste regole di semina sono valide per tutte le specie e le cultivar di Iris palustri/igrofili (Iris pseudacorus, Iris laevigata, Iris versicolor, Iris ensata).

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Semi di Iris pseudacorus



Ricordiamoci sempre che le piante riprodotte mediante semina non saranno mai uguali ai genitori; nel caso delle specie botaniche il problema non si pone, ma con le cultivar registrate perderemo la possibilità di definirle come tali.
Inoltre, se coltiviamo diverse specie o varietà insieme, con impollinazione aperta o spontanea, sono frequenti anche i casi di ibridazione.


Liofornellino, se hai molti semi e non vuoi sprecarli, potresti seminarli molto fitti in una cassetta, dirandandoli in seguito quando cresceranno (considerando che molto probabilmente le nascite saranno scalari).
Il tuo Iris variegato a fiore viola potrebbe essere Iris laevigata 'Variegata'.

A breve affrontiamo insieme anche l'interessante argomento della fitodepurazione :)
 
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dado_84
view post Posted on 22/8/2009, 12:13




Vorrei solo aggiungere che la variegatura non è mantenuta nelle piante variegate riprodotte da seme, poiché è principalmente una caratteristica genetica poco stabile causata da mutazioni, a volte spontanee a volte prodotte dall’uomo con l’introduzione nella pianta di virus che modificano l’espressione di alcuni geni (principalmente geni responsabili per l'espressione dei pigmenti fogliari o dei geni che regolano le vie d’espressione di quest' ultimi). Quindi se volete mantenere la variegatura, il metodo migliore resta sempre quello vegetativo. Ho seminato molte volte i semi dell’Iris pseudacorus variegato, ma le piantine sono sempre risultate verdi o "reverse".
 
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Gamolero
view post Posted on 23/8/2009, 09:25




Ciao Lio,
l'iris pseudacorus è molto usato in fitodepurazione, quindi confermo le indicazioni che hai trovato.
Inoltre sono spesso utilizzate tutte quelle piante gallegianti grandi mangiatrici di nitrati e fosfati, come il giglio acquatico (eichornia crassipes); queste spesso hanno un apparato radicale flottante piuttosto sviluppato.
Le due cose messe insieme potrebbero suggerire di aumentare l'efficienza della fitodepurazione allevando anche altre specie (come per esempio un iris..) inducendola a sviluppare radici flottanti libere in acqua.
A mio avviso l'efficacia della fitodepurazione c'è anche se la coltivi in maniera tradizionale poichè il nutrimento presente nel terriccio del vaso si esaurisce nell'arco di una stagione vegetativa e successivamente il nutrimento (se non aggiunto da noi con fertilizzazione) proviene dalla mineralizzazione e degradazione dei nitrati, fosfati e quant'altro presente in soluzione nel laghetto, ovvero si instaura il ciclo di fitodepurazione cercato.
 
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robypellegrini
view post Posted on 24/8/2009, 07:35




Non ho ancora letto l'articolo ma ti confermo anche io che Iris pseudacorus è una pianta molto utile per la fitodepurazione e secondo me una delle migliori da inserire in contesti che tengano presente anche il fattore estetico: "lavora" bene, si moltiplica velocemente, fiorisce e non è invasiva come le Tife o la Cannuccia palustre.
Queste piante, che hanno radici e rizomi che devono ancorarsi in un substrato, fitodepurano anche se sono piantati nel terreno. Chiaramente, come diceva Gabriele, la pianta prima utilizza il nutrimento presente nel vaso e solo dopo averlo finito usufruirà di quello presente nella colonna d'acqua.
Il fatto di avere le radici liberi, magari che vanno fuori dal contenitore, dovrebbe aumentare anche la superficie di assorbimento: è per questo motivo che spesso si usano i cestelli forati al posto dei vasi chiusi.
Alla fine, un sistema per indurre le piante palustri ad assorbire di più è quello di fornigli pochi nutrienti o non aggiungerne altri una volta finiti: in questo modo la pianta è costretta a cercare le sostanze nell'acqua.

Personalmente in certi laghetti ho piantato queste piante fitodepuranti all'interno di vasi riempiti con sola ghiaia, stimolandole a cercare i nutrienti nell'acqua.

Pensate che l'utilizzo di questo substrato, che presente spazi vuoti e una maggiore superficie rispetto al volume, permetta anche una migliore colonizzazione da parte dei batteri?

Per Dado: seminando gli Iris palustri hai mai notato delle germinazioni senza bisogno della stratificazione?
 
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dado_84
view post Posted on 24/8/2009, 12:09




Ciao Roby
La percentuale di semi che germina senza stratificazione (o anche un naturale periodo di freddo - inverno) é molto bassa. Un paio d'anni fa ho provato a far germinare i semi dell’Iris ensata senza il periodo di stratificazione e i risultati sono stati pessimi. Dopo un paio di mesi avevo messo le vaschette con le semine in frigo per un paio di settimane a 5 gradi. Il risultato dopo il trattamento è stato più che soddisfacente, la maggior parte dei semi aveva germogliato. I semi degli Iris in generale (non solo quelli acquatici), definite come "piante da freddo" richiedo appunto un periodo di freddo per poter germogliare in quanto le basse temperature provocano l’induzione della formazione delle giberelline, ormoni necessari per la germinazione. Si può bypassare la stratificazione e quindi simulare il periodo di freddo, trattando i semi con questi ormoni.
 
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Gamolero
view post Posted on 24/8/2009, 15:16




Per Roby: sinceramente non credo che l'utilizzo della ghiaia possa migliorare la colonizzazione batterica nei vasi, piuttosto aiuta a limitare la presenza di zone anossiche (povere di ossigeno) dove si potrebbero sviluppare per fermentazione sostanze potenzialmente pericolose per i pesci; anche se non ho mai sentito di casi di intossicazioe acuta dovuta a tale fenomeno.
Invece vedo bene l'uso del lapillo vulcanico che di sicuro favorisce un buon insediamento. Nel caso in cui tenda a galleggiare è' possibile stratificarvi sopra della ghiaia per tenerlo fermo.

Per Dado: molto interessante l'uso della giberellina per stimolare la germinazione, sai dirmi se lo stesso meccanismo ed il suo utilizzo favoriscono la germinazione anche di altre specie difficili e che richiedono vernalizzazione? per esempio per le rose? e nel caso, in che modo deve essere utilizzata?
 
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dado_84
view post Posted on 1/9/2009, 15:22




Scusa se rispondo solo ora, ma il lavoro in vivaio non finisce mai!

Esistono due tipi dormienza del seme. La prima è la dormienza imposta del tegumento seminale che è imposta dallo strato esterno del seme nei riguardi dell’embrione e dei tessuti circostanti (endosperma, pericarpo o organi extrafiorali). Gli embrioni di questi semi germinano facilmente, quando il tegumento è rimosso o danneggiato in modo tale da far passare acqua e ossigeno verso l' interno del seme. Esistono 5 meccanismi che regolano tale dormienza: prevenzione dell’assorbimento d’acqua, impedimenti meccanici dovuti a gusci rigidi e lignificati, interferenza degli scambi gassosi ovvero impedimento dell’entrata d’ossigeno all’interno del seme, ritenzione d’inibitori (il guscio può impedire la fuoriuscita degli inibitori dal seme e quindi inibire lo sviluppo dell’embrione) e la produzione d’inibitori (i tessuti circostanti all’embrione possono produrre sostanze inibitrici, principalmente ABA).

Il secondo tipo di dormienza è la dormienza imposta dall’embrione e non dipende dai tessuti circostanti né dal tegumento ma è insita nell’embrione stesso. Questa è dovuta principalmente alla presenza d’inibitori (ABA) come pure dall’assenza di sostanze promotori del risveglio embrionale come l’acido gibberillico e composti affini definiti gibberelline (GA). In questa tipologia di semi la mancata germinazione è dovuta ad un mancato calo del rapporto sostanza inibitrice/sostanza stimolatrice ovvero dal rapporto ABA/GA.

Molti semi, specialmente quelli dormienti (ciò varia da specie a specie) per poter germinare richiedono nel periodo di piena idratazione di un periodo di freddo. Questa é una caratteristica delle specie di zone temperate ed è una necessità, un carattere di sopravivenza, poiché questi semi germinano non in autunno ma nella primavera successiva. Si può ovviare a questo «problema» stratificando i semi ovvero simulando l’inverno. Questa è una pratica molto comune in orticoltura, poiché trattandosi di un’industria non c'è il tempo di aspettare che la natura faccia il suo corso anche per ovvi motivi economici.

Una bassa concentrazione di GA indotta da un’alta concentrazione di ABA è responsabile della dormienza dell’embrione (ABA induce la sintesi di sostanze che impediscono la produzione di GA). Le GA a sua volta stimolano la produzione di enzimi che idrolizzano le riserve d’amido presenti nei cotiledoni del seme rendendo cosi disponibili le sostanze nutrienti all’embrione favorendo cosi la germinazione. Si può osservare un alto rapporto di ABA nei confronti di GA proprio nei periodi di freddo a cui è sottoposto il seme. È stato inoltre confermata la presenza nell’embrione di una zona sensore del freddo dove viene accumulato un precursore inattivo delle GA che con il freddo è convertito nella forma attiva che poi scatena i fenomeni già citati.

Un altro fattore che regola la concentrazione di gibberelline nell’embrione, e quindi la sua germinazione, è il fotoperiodo ovvero la durata del giorno. Quest' ultima è percepita dal fitocromo, molecola normalmente presente nei semi e specialmente in quelli che richiedono di un periodo di buio per poter germinare. Il rapporto (concentrazione) tra la forma attivata e la forma disattivata regola, l’induzione della produzione di GA che in seguito scatena la germinazione del seme.

Da tutti questi fatti (e moltissimi altri non menzionati) si può capire quanto è complicato il processo di germinazione del seme e da quanto sono intricate le vie che portano a tale processo. Nei semi dormienti la cui germinazione è regolata dal rapporto ABA/GA e dal freddo, l’induzione di tale può essere accelerata o somministrando GA esogene (baypassando quindi il lag di tempo necessario alla sintesi di GA indogena) o simulando il periodo di freddo che converte il precursore inattivo della GA in molecola attiva di GA.
Parlando in generale gli ormoni vegetali sono prodotti molto costosi e quindi come tali non sono molto accessibili ai «comuni mortali» ne sono convenienti alle piccole imprese.

Rispondendo alla tua domanda dopo questo preambolo, questo è un processo largamente impiegato nell’industria agricola partendo dai semi dei cereali fino alle piante ornamentali. Concretamente per le rose non saprei dire, so di sicuro che non sono riprodotte da seme, poiché è difficile garantire cosi il mantenimento di caratteri che sono peculiari per un particolare ibrido. Poi bisognerebbe investigare un po’ sulla morfologia del seme della rosa e vedere se la dormienza è imposta dal tegumento oppure dall’embrione. Se é imposta dal tegumento, una lacerazione-scarrificazione, un trattamento con sostanze chimiche che indeboliscano il tegumento potrebbero avviare il processo di germinazione altrimenti se è imposta dall’embrione, somministrazione di GA oppure simulazione del periodo di freddo.


Scusate se sono stato un po’ troppo scientifico! :D
 
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robypellegrini
view post Posted on 3/10/2009, 22:31




Iris Louisiana



Per la prima volta, quest'anno, ho assistito alla fruttificazione (con impollinazione aperta) di una cultivar di Iris Louisiana.

Questi Iris ibridi, originatesi a partire da 5 specie botaniche (Iris fulva, Iris brevicaulis, Iris giganticaerulea, Iris hexagona, Iris nelsonii) provenienti dalla Louisiana e dagli Stati vicini , sono ancora poco diffusi nel nostro paese, a dispetto delle loro caratteristiche e della loro adattabilità: si possono coltivare in vasche e laghetti ma crescono bene anche in terreni piuttosto asciutti; fra i loro colori è presente anche il rosso mattone, tonalità non presente negli altri iris palustri.
In più provengono da zone temperato-calde e danno ottimi risultati anche in situazioni dove altre specie più “nordiche” avrebbero difficoltà a prosperare; non a caso la maggior parte dei coltivatori e degli ibridatori si trovano, oltre che in America, in Sud Africa e in Australia.


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La capsula con i semi maturi



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I semi messi a confronto con quelli di Iris pseudacorus



Nel testo più autorevole dedicato alla coltivazione di questi Iris (“The Louisiana Irises. The Taming of a Native American Wildflower”. Timber Press, 2000) viene detto che in Louisiana e negli Stati americani con clima caldo la semina può essere effettuata già in luglio (dopo la mturazione dei frutti), con nascite che avvengono entro 3 mesi. La vernalizzazione sembra non essere necessaria ed efficace e, nei luoghi con clima più freddo, viene consigliato di seccare i semi e seminarli (dopo averli idratati bene) in primavera.

Volevo sapere se qualcuno aveva esperienza con la semina di questo gruppo, per quanto riguarda la necessità di vernalizzazione; Dado hai mai seminato questa tipologia di Iris?
 
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dado_84
view post Posted on 4/10/2009, 12:05




Ciao Roby,
quest' anno per la prima volta mi sono rimasti intatti 2 baccelli di I. "Black Gamecock" pieni di semi (credo una cinquantina in totale). I semi, come si può vedere dalla tua foto, i semi sono grossissimi, quasi 1 cm di lunghezza per altrettanti in larghezza, duri e molto rugosi. Li ho raccolti, quando non erano molto maturi, poiché lo stelo che li reggeva dal peso si ruppe (o forse per colpa di qualche altro animaletto). Cmq io lascio asciugare i semi fino a primavera e poi a fine marzo, li semino. Altri dati a marzo. :)



Posto la foto dei miei semi.

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ZEROTRE
view post Posted on 10/10/2010, 15:41




Ciao, ho raccolto un sacco di semi, è troppo tardi per seminarli in cassette da lasciare all'aperto?
 
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view post Posted on 10/10/2010, 21:54
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CITAZIONE (robypellegrini @ 22/8/2009, 11:08)
Possono essere seminati normalmente in un vaso o in una cassetta, utilizzando il substrato classico per le acquatiche, magari aggiunto di una percentuale maggiore di terriccio universale. Il vaso di semina non deve essere sommerso, ma va tenuto umido o con l'acqua nel sottovaso. La profondità di semina deve essere pari alle dimenzioni del seme stesso.
Se i semi sono raccolti e seminati a fine estate, basterà lasciare il vaso fuori all'esterno durante l'inverno; in caso contrario sarà necessaria la stratificazione.
Queste regole di semina sono valide per tutte le specie e le cultivar di Iris palustri/igrofili (Iris pseudacorus, Iris laevigata, Iris versicolor, Iris ensata).

se i semi non appartengono ad una delle tre varietà menzionate sopra, probabilmente ti converrebbe tenerli in frigorifero fino a marzo... per fare una prova però puoi sempre provare a seminarne una parte ora!!!
 
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view post Posted on 10/10/2010, 23:57
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In teoria seguendo il processo naturale vanno seminati ora e con il freddo e poi la primavera dovrebbero nascere... ma ti confesso che a me non è nato nulla l'unica volta che ho provato.
Prova ad usare diversi metodi paralleli come consiglia Giacomo così hai più possibilità. Anche se secondo me nel mio caso erano i semi ad essere non buoni...
 
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ZEROTRE
view post Posted on 11/10/2010, 12:38




si di semi ne ho davvero tanti, e chissà quanti sono caduti in acqua, proverò poi vi faccio sapere
 
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view post Posted on 17/2/2011, 13:56
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CITAZIONE (robypellegrini @ 22/8/2009, 10:08) 
Se il fiore è stato fecondato, dopo aver perso i petali, il frutto comincia ad ingrossarsi; inizialmente è di colore verde, diventando bruno a maturazione.
Una volta maturo, il frutto (che botanicamente è una capsula) si piega verso il basso e si fessura, lasciando cadere i semi.

mannaggia! :(

Io un Iris pseudacorus in una vasca all'aperto, ad aprile 2004 dopo circa 3 anni da quando l'avevo messo a dimora è fiorito
.

Terminata la fioritura mi sono ritrovato con un "coso" appeso, che pensavo fosse il seme ed ora scopro che è il frutto.
Purtroppo convinto fosse il seme l'ho messo via ancora verde, in una scatolina di plastica coperta con un tovagliolo carta porosa.

Ora è scuro, secondo voi i semi sono recuperabili ?

grazie
Marco
 
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23 replies since 21/8/2009, 20:33   7136 views
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